Come nasce una nuova idea? James Webb Young enunciò due princìpi e un metodo che avrebbero potuto mettere in condizione chiunque nella condizione di generare un’idea nuova, mai pensata. Il primo principio era “Un’idea è una nuova combinazione di vecchi elementi”, il secondo era “La caratteristica necessaria per far funzionare il primo principio è la capacità di stabilire nessi, relazioni, analogie”.
Il metodo proposto da Young è rigoroso in quanto nulla deve essere cambiato: il nesso e l’ordine da seguire devono essere rispettati.
Raccolta delle informazioni: Le informazioni specifiche sono quelle relative all’argomento in questione. Per raggiungere una reale buona conoscenza dell’argomento attorno al quale si vogliono produrre idee possiamo seguire il suggerimento che fu raccomandato a Maupassant (scrittore) per imparare a scrivere. Un vecchio scrittore gli disse: “Vai per le strade di Parigi e chiama un vetturino. Costui ti apparirà molto simile a qualunque altro vetturino. Ma studialo a fondo finché riuscirai a descriverlo in modo che appaia nella tua descrizione come un individuo diverso da qualunque altro vetturino di questo mondo”.
Le informazioni generali derivano dalla curiosità per tutto ciò che ci circonda e per tutte le sfaccettature della vita. E’ utile interessarsi di ogni campo dell’informazione e della conoscenza. E’ qui che entra in gioco il primo principio. Il processo è simile a quanto avviene in un caleidoscopio. Ad ogni rotazione del caleidoscopio i pezzetti di vetro al suo interno si combinano creando sempre nuovi disegni. Lo stesso avviene per la produzione di idee, in pubblicità o in qualsiasi altro campo. La costruzione di un messaggio è come la costruzione di una nuova figura in questo mondo caleidoscopico nel quale viviamo. Più numerosi sono gli elementi immagazzinati nella mente più si accrescono le possibilità per la produzione di nuove e sorprendenti combinazioni, o idee.
Metabolizziamo questo materiale e prendiamo i diversi pezzi per esaminarli approfonditamente da diversi punti di vista. Penetreremo così il significato.
Prendiamo, quindi, due “fatti” insieme e analizziamo le possibili combinazioni che possono generarsi. In questo modo iniziamo a cercare la relazione, il nesso.
Molto spesso il significato recondito di un “fatto” scaturisce dopo averlo esaminato in maniera non diretta; si tratta cioè di ascoltare il significato anziché di cercarlo. Ci verranno in mente idee o spunti parziali: mettiamoli su carta senza badare a quanto possano sembrare incompleti o pazzeschi. Ad un certo punto saremo stanchi di fare questa operazione. Cerchiamo di resistere il più a lungo possibile!!
Aspettiamo la “seconda illuminazione”.
Dopo un po’ arriverà la disperazione….
Se ci siamo impegnati a fondo possiamo passare alla terza fase.
Lasciamo perdere completamente il nostro problema e dedichiamoci a qualsiasi cosa che possa stimolare la nostra immaginazione : musica, teatro, cinema, libri o altro……
Se abbiamo coscienziosamente svolto le prime tre fasi quasi sicuramente l’idea verrà fuori dal nulla. Ecco quando vengono le idee: dopo che abbiamo smesso di affaticarci a cercarle e dopo un periodo di rilassamento, lontani dalla ricerca.
Infine dobbiamo inserire la nostra idea nella realtà. A questo punto potremmo scoprire che la nostra idea non è così meravigliosa come credevamo.
Spesso, infatti, serve un lungo e paziente lavoro di messa a punto per fare in modo che le idee si adattino alle condizioni esterne e alle esigenze pratiche richieste per il loro funzionamento. In questo passaggio molte buone idee vanno perdute . Evitiamo l’errore tipico di tenere l’idea tutta per noi. L’idea deve essere sottoposta alle critiche di chi sa ragionare. Conseguenza à una buona idea ha la capacità di autodiffondersi e in più ci accorgeremo di possibilità che prima avevamo trascurato.