Ecco come Hummingbird, il nuovo algoritmo di Google, sta cambiando la Seo
Google ha rilasciato il nuovo algoritmo di ricerca "Hummingbird" migliorando la sua capacità nell’affrontare query di ricerca complesse. E' dal 2010 – da Caffeine – che Google non opera un cambiamento così drastico del proprio algoritmo, anche se stavolta il lavoro di “Hummingbird” sembra essere quello di restituire i migliori risultati sulla base di ciò che l’utente cerca, e non di migliorare l’indicizzazione delle pagine su Internet. Saranno i contenuti più adatti ad avere la meglio: «Google vuole essere più efficiente dal punto di vista delle risposte. Per questo ha reso più raffinato il riconoscimento del senso delle domande.
Cosa che ci dovrebbe consentire di usare un linguaggio più naturale, più umano, quando facciamo delle richieste a Google. Finora nelle ricerche abbiamo sempre usato parole chiave, tipo “benzina Roma Bologna”. Con il Colibrì potremo digitare “quanta benzina ci vuole per arrivare da Roma a Bologna” e Google sarà in grado di darci una risposta completa nei primi risultati di ricerca. È un’evoluzione che va nella direzione del “web semantico”, il cosidetto internet 3.0, quello in cui è possibile avere un’interpretazione e un’elaborazione più complessa della sterminata massa di contenuti che ci sono in Rete, per dare risposte a ricerche più evolute».
Da un punto di vista della strategia, si apre un orizzonte notevole per aziende e webmaster. Dal punto di vista pratico, la necessità di individuare l’USP (unique selling proposition) di ogni singolo business e di diventare autorevole all’interno di esso è ora un criterio chiave per una SEO di successo. L’elemento di confronto che è stato integrato suggerisce che il mark-up semantico può ora iniziare a conferire un vantaggio, quando si tratta di aiutare ad indicizzare informazioni riguardanti prodotti e servizi.
Larry Page lo diceva già da tempo: “Create contenuti originali e di qualità”. Questa affermazione potrebbe rappresentare la sintesi del nuovo corso della Seo. È vero, è da una vita che recitiamo la solita massima: “the content is a king” , ma ora la situazione è diversa perché "Hummingbird" è in grado di esaminare e valutare davvero i contenuti in funzione delle necessità degli utenti.
Sorge spontanea la domanda: il nuovo Google Search non rischia di aumentare i margini di errore? Potrebbe essere, ma sono passati già 2 mesi e nessuno si è lamentato. E in genere quando le cose vanno bene non si sente volare... colibrì!